Per quanto riguarda la prevenzione del bullismo, occorre riflettere sul fatto che non è strettamente necessario proporre attività cosiddette “speciali” (percorsi cioè che si possono realizzare una tantum e limitatamente nel tempo); vi sono infatti attività curriculari e strategie didattiche abitualmente adottate dagli insegnanti che permettono di raggiungere obiettivi non solo cognitivi ma anche educativi, in quanto, per le loro modalità di realizzazione, favoriscono nei ragazzi la maturazione di stili relazionali positivi e di abilità prosociali.
Da ciò ne consegue che tali attività diventano lo strumento di prevenzione privilegiato poiché:
• coinvolgono contemporaneamente l’intera classe (o bambini di classi diverse);
• possono essere proposte con una certa continuità durante l’anno scolastico.
Le seguenti schede sono state sviluppate a partire da alcuni stimoli raccolti nella letteratura italiana sul tema del bullismo, arricchite dal confronto con gli insegnanti nell’ambito dei corsi di formazione di Telefono Azzurro e dalla sperimentazione attuata da alcuni insegnanti nelle proprie classi. Queste attività sono state pensate per coinvolgere nell’intervento di prevenzione l’intera classe con un riguardo particolare per le vittime e con l’intento di sensibilizzare i soggetti potenzialmente positivi ma spesso indifferenti e apatici verso le sorti dei compagni più deboli, alunni cioè non direttamente implicati in episodi di bullismo nel ruolo di vittima o prevaricatore, ma che agiscono in parallelo al bullo come sostenitori passivi o osservatori indifferenti. Accanto ai due principali “attori” del bullismo, infatti, vi sono individui non direttamente coinvolti ma che con il loro atteggiamento di indifferenza favoriscono il perpetrarsi del fenomeno: sono i cosiddetti esterni ovvero quella “maggioranza silenziosa” che, pur non approvando le prepotenze, di fatto le tollera e non interviene a difesa della vittima per paura di ritorsioni o per conservare la sua tranquillità.
L’obiettivo è quello di proporre attività che valorizzino i coetanei come “agenti di cambiamento” facendo leva sulle risorse positive della classe e sulla naturale capacità dei ragazzi di provare empatia per i compagni in difficoltà.
ATTIVITA |
OBIETTIVI |
Lettura di testi e utilizzo di materiale audiovisivo: |
• acquisire consapevolezza sul bullismo |
Role playing: |
|
Problem solving: |
• imparare a risolvere i problemi in gruppo |
Apprendimento cooperativo: |
|
Di seguito vengono riportate alcune schede operative di attività che l’insegnante può proporre e gestire autonomamente in classe.
SCHEDA OPERATIVA N° 2 Successivamente gli alunni possono suddividersi in gruppetti di 4-5 e provare a delineare una possibile soluzione che consenta alla vittima di trovare aiuto. SCHEDA OPERATIVA N° 3 Variante: i ragazzi, vengono suddivisi in gruppi da 4/5 alunni; ciascun gruppo approfondisce un aspetto diverso di uno stesso argomento (es. Regione Lombardia: un gruppo approfondisce l’aspetto fisico del territorio, uno l’economia della regione, uno usi e costumi, ecc.). Ogni componente, con l’aiuto dei compagni, deve leggere ed imparare l’argomento che gli è stato assegnato. Alla fine di questa prima fase di lavoro, vengono costituiti dei gruppi misti, in cui è presente almeno un “esperto per ogni aspetto approfondito (ogni gruppo, pertanto, sarà composto da un alunno che ha studiato l’aspetto fisico, da un altro che si è occupato dell’economia, da un altro ancora che ha approfondito gli usi e costumi, ecc.). Ciascuno diventa quindi responsabile non solo del proprio apprendimento, ma anche di quello degli altri, dato che, nel nuovo gruppo, dovrà spiegare ciò che ha precedentemente imparato. Sia le attività curriculari, sia quelle trasversali hanno un significato importante nell’ambito di un intervento di prevenzione del bullismo perché permettono ai ragazzi di riflettere sul problema e di trarne insegnamenti significativi. Per questo motivo è molto utile, al termine di ogni attività proposta, rendere visibili tali insegnamenti attraverso scritti, disegni, regole di convivenza che si possono esporre in classe o nei corridoi della scuola.
Attività: role playing
Obiettivi: promuovere la consapevolezza del problema, sviluppare l’empatia e comprendere le emozioni della vittima, riflettere sulle responsabilità degli osservatori.
Realizzazione: l’insegnante invita i bambini a scrivere un breve testo in cui raccontano un episodio di prepotenza che hanno subito o al quale hanno assistito come osservatori.
I testi vengono letti ai compagni e se ne sceglie uno da interpretare con un role playing.
Si individuano tra i ragazzi gli “attori” per i ruoli di bullo, vittima e osservatori; il racconto viene interpretato rispettando fedelmente quanto è scritto.
Si chiede agli attori che cosa hanno provato mentre “fingevano” di essere la vittima
o gli osservatori:
• come mi sono sentito?
• come mi sentirei se mi succedesse davvero?
A turno ogni gruppo propone la soluzione individuata che viene immediatamente rappresentata dagli “attori” per verificare cosa potrebbe succedere nei vari casi; il gruppo riflette sull’efficacia o meno delle soluzioni proposte.
La discussione può essere guidata con le seguenti domande:
• Che cosa si prova quando si subiscono prepotenze?
• Quali possono essere le conseguenze per un ragazzo vittima di prepotenze?
• Qual è la soluzione più efficace? Perché?
• Cosa dovrebbe fare un bambino se subisce prepotenze?
Approfondimento:
riflettere sul ruolo degli osservatori:
• cosa provi quando vedi un compagno che subisce una prepotenza?
• come ti comporti? Perché?
• il tuo comportamento può migliorare o peggiorare la situazione della vittima?
• cosa potresti fare per aiutare la vittima?
Variante: riproporre la medesima attività assegnando ad ogni alunno un ruolo diverso da quello precedentemente interpretato, in modo che ciascuno, di volta in volta, abbia la possibilità di sperimentarsi nei panni di vittima, di bullo e di osservatore.
Attività: apprendimento cooperativo
Obiettivi: imparare a lavorare insieme, migliorare le relazioni tra pari, migliorare il rendimento scolastico.
Realizzazione: i ragazzi suddivisi in gruppi di 4 leggono e imparano insieme un argomento di studio (storia, geografi a, scienze, ecc.). Nel piccolo gruppo si legge il testo, ogni bambino individua le parole o i concetti che non conosce e cerca di comprenderli con l’aiuto dei compagni. A turno ciascuno prova a ripetere agli altri quello che ha capito.
Consigli per la realizzazione:
• definire con precisione i tempi di lavoro
• organizzare lo spazio per evitare che vi siano interferenze tra i vari gruppi
• non fare gruppi troppo numerosi per evitare la confusione e la scarsa produttività durante il lavoro
• se nella classe ci sono più bulli evitare di inserirli nello stesso gruppo di lavoro ma dividerli. Affiancare il bullo a compagni che non sono soggetti alla sua influenza negativa e hanno un buon livello di autostima e di assertività
• se nella classe c’è un bambino che spesso subisce prepotenze, evitare di farlo lavorare nello stesso gruppo del bullo, ma affiancarlo a compagni più tranquilli, con cui si trova bene, che possano aiutarlo ad acquisire sicurezza e autostima
• suddividere i compiti all’interno di ogni gruppo in modo da facilitare l’equa partecipazione di tutti.
Risultati positivi sono possibili se non vengono a mancare premesse fondamentali come la volontà di cooperazione e di corresponsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, piccoli o grandi che siano. L’estensione o la riduzione del bullismo nella scuola dipende in parte proprio dalla volontà e dal coinvolgimento degli adulti interessati, sia familiari che educatori, che hanno la responsabilità di assicurare al bambino le condizioni migliori per il suo sviluppo e di favorire la consapevolezza dei valori della socialità fin dall’infanzia.